Il Cloro nell’Acqua Potabile Benefici rischi e come ExtraH2O risolve il problema
Introduzione
Aprire il rubinetto e sentire quell’odore caratteristico di “piscina” è un’esperienza comune. È il cloro: il disinfettante più utilizzato al mondo per rendere sicura l’acqua potabile. Senza di esso, malattie come colera, tifo e dissenteria sarebbero ancora una minaccia quotidiana.
Tuttavia, ciò che rende l’acqua sicura nell’acquedotto può diventare un problema una volta arrivata nelle nostre case. Il cloro ha fatto il suo lavoro durante il trasporto, ma a quel punto non serve più e la sua presenza comporta svantaggi che vale la pena conoscere.
In questa dispensa vedremo perché il cloro è necessario, quali problemi può causare, e come ExtraH2O lo elimina rapidamente una volta che l’acqua entra nell’impianto domestico.
1. Perché si usa il cloro nell’acqua
1.1 Una storia di successo nella salute pubblica
L’introduzione della clorazione dell’acqua potabile, avvenuta nei primi anni del Novecento, è stata definita una delle più grandi conquiste della sanità pubblica. Prima di allora, bere un bicchiere d’acqua poteva essere un rischio mortale.
Le epidemie di colera, tifo e altre malattie trasmesse dall’acqua decimavano regolarmente le popolazioni urbane. L’acqua prelevata da fiumi e pozzi era spesso contaminata da liquami e rifiuti. Non esisteva modo di renderla sicura su larga scala.
Il cloro ha cambiato tutto. È economico, facile da dosare, e straordinariamente efficace: bastano quantità minime per eliminare la quasi totalità dei microrganismi pericolosi. Nel giro di pochi decenni, le malattie idriche sono praticamente scomparse nei paesi sviluppati.
1.2 Come funziona la disinfezione
Quando il cloro viene aggiunto all’acqua, si trasforma in una sostanza chiamata acido ipocloroso. Questo composto è il vero “killer” dei batteri, ed è sorprendentemente efficace.
L’acido ipocloroso agisce in tre modi:
Attacca la membrana cellulare: penetra nella “pelle” del batterio e la danneggia, causando la fuoriuscita delle sostanze vitali. È come bucare un palloncino pieno d’acqua.
Blocca il metabolismo: inibisce gli enzimi che permettono al batterio di nutrirsi e produrre energia. Senza energia, il microrganismo muore.
Danneggia il materiale genetico: impedisce al batterio di riprodursi, fermando la diffusione dell’infezione.
Tutto questo avviene in pochi secondi o minuti. Ecco perché il cloro è così diffuso: funziona rapidamente, costa poco, e protegge l’acqua durante tutto il percorso nelle tubature.
1.3 Il problema del residuo
Quando l’acqua lascia l’impianto di potabilizzazione, contiene una certa quantità di cloro “in eccesso”, chiamato cloro residuo. Questo eccesso è intenzionale: serve a proteggere l’acqua durante il tragitto nelle tubature, che può durare ore o anche giorni.
Durante il percorso, il cloro continua a lavorare, eliminando eventuali batteri che potrebbero entrare attraverso piccole perdite o giunzioni. È una sorta di “scorta” di protezione.
Ma quando l’acqua arriva al nostro rubinetto, questa protezione non serve più. Il cloro residuo resta nell’acqua che beviamo, usiamo per cucinare e per lavarci, portando con sé alcuni svantaggi che vedremo nel prossimo capitolo.
2. I problemi del cloro nell’acqua di casa
2.1 Gusto e odore sgradevoli
Il problema più evidente del cloro è quello che percepiamo immediatamente: il sapore e l’odore. Quell’aroma di “piscina” che a volte sentiamo aprendo il rubinetto è proprio il cloro residuo.
Per molte persone, questo è sufficiente per preferire l’acqua in bottiglia. Non perché l’acqua del rubinetto sia meno sicura, ma semplicemente perché il gusto è sgradevole. Anche le bevande a base di acqua, come tè e caffè, tendono ad assumere un retrogusto particolare.
Il livello di cloro percepibile varia molto da persona a persona. Alcune persone sono particolarmente sensibili e avvertono concentrazioni bassissime; altre quasi non lo notano. Ma anche chi non lo percepisce consapevolmente può trovare l’acqua “meno buona” senza sapere esattamente perché.
2.2 Effetti su pelle e capelli
Il cloro non è gentile con la nostra pelle. Chiunque abbia frequentato una piscina conosce la sensazione di pelle secca e tesa, e capelli ruvidi e opachi dopo il bagno. Lo stesso effetto, in misura minore, avviene con l’acqua della doccia.
Il cloro agisce rimuovendo gli oli naturali che proteggono pelle e capelli. Con l’uso quotidiano, questo può contribuire a:
- Secchezza cutanea
- Irritazioni, soprattutto per chi ha pelle sensibile
- Capelli secchi, fragili e difficili da gestire
- Peggioramento di condizioni come eczema o psoriasi
Non tutti reagiscono allo stesso modo, ma le persone con pelle sensibile o problemi dermatologici spesso notano un miglioramento significativo quando passano ad acqua senza cloro.
2.3 Effetti sugli elettrodomestici
Il cloro è una sostanza aggressiva. Oltre ad attaccare i batteri, può deteriorare guarnizioni, tubazioni in gomma, e altri componenti degli impianti idrici e degli elettrodomestici.
Lavatrici, lavastoviglie, macchine del caffè: tutti questi apparecchi contengono guarnizioni e parti in materiali che, nel tempo, possono essere danneggiati dal contatto continuo con acqua clorata.
Il risultato è una vita utile ridotta e maggiori costi di manutenzione.
3. I trialometani: il lato oscuro del cloro
3.1 Cosa sono e come si formano
Quando il cloro incontra la materia organica naturalmente presente nell’acqua (foglie decomposte, alghe, residui vegetali), avviene una reazione chimica indesiderata. Si formano i cosiddetti “sottoprodotti della disinfezione”, tra cui i trialometani.
I trialometani sono sostanze che non erano presenti né nell’acqua originale né nel cloro, ma nascono dalla combinazione dei due. Sono un effetto collaterale inevitabile della clorazione.
La loro formazione dipende da diversi fattori:
- Quantità di materia organica nell’acqua di partenza
- Quantità di cloro aggiunto
- Temperatura dell’acqua (più è calda, più se ne formano)
- Tempo di contatto tra cloro e materia organica
Ecco perché i livelli di trialometani possono variare molto da stagione a stagione e da zona a zona. In estate, con temperature più alte e maggiore presenza di alghe nelle fonti, i livelli tendono ad aumentare.
3.2 Perché preoccuparsene
I trialometani sono classificati come “possibili cancerogeni” dalle principali agenzie sanitarie internazionali. Questo non significa che un bicchiere d’acqua sia pericoloso, ma che l’esposizione prolungata nel tempo merita attenzione.
Gli studi scientifici hanno evidenziato possibili associazioni tra esposizione prolungata ai trialometani e:
- Aumento del rischio di alcuni tipi di tumore, in particolare alla vescica
- Possibili effetti sulla riproduzione e sullo sviluppo fetale
- Effetti sulla tiroide
È importante sottolineare che parliamo di rischi statistici legati all’esposizione di lungo periodo, non di pericoli immediati. L’acqua del rubinetto è sicura da bere. Ma se esiste un modo semplice per ridurre l’esposizione, perché non approfittarne?
3.3 L’esposizione non avviene solo bevendo
Un aspetto spesso sottovalutato è che l’esposizione ai trialometani non avviene solo bevendo l’acqua. Anzi, alcune ricerche suggeriscono che doccia e bagno possano essere vie di esposizione altrettanto o più importanti.
I trialometani sono sostanze volatili: evaporano facilmente, soprattutto con l’acqua calda. Durante una doccia calda di 10-15 minuti:
- I trialometani evaporano nell’aria del bagno
- Li inaliamo con ogni respiro
- Vengono assorbiti anche attraverso la pelle
Studi hanno dimostrato che una doccia calda di 10 minuti può portare ad assorbire una quantità di trialometani paragonabile a quella assunta bevendo 2 litri della stessa acqua.
4. Come si elimina il cloro dall’acqua
4.1 L’evaporazione naturale
Il cloro, essendo un gas disciolto nell’acqua, tende naturalmente ad evaporare. Se lasciamo una caraffa d’acqua aperta sul tavolo, il cloro piano piano se ne va.
Il problema è il tempo: l’evaporazione naturale richiede circa 24 ore perché il cloro si disperda significativamente. Non è una soluzione pratica per chi ha bisogno di acqua senza cloro in tempo reale, ogni volta che apre il rubinetto.
4.2 I filtri a carbone attivo
I filtri a carbone attivo sono efficaci nel rimuovere il cloro (e anche i trialometani). Il carbone “cattura” queste sostanze trattenendole nella sua struttura porosa.
Tuttavia, i filtri hanno alcuni svantaggi:
- Necessitano di sostituzione regolare (ogni 1-6 mesi)
- Se non sostituiti in tempo, possono diventare un ricettacolo di batteri
- Trattano solo un punto (tipicamente il rubinetto della cucina)
- Non proteggono doccia, lavatrice, lavastoviglie
4.3 La bollitura
Bollire l’acqua accelera l’evaporazione del cloro. È un metodo efficace, ma ovviamente poco pratico per l’uso quotidiano. Nessuno vuole bollire l’acqua ogni volta che deve bere, cucinare o farsi la doccia.
Inoltre, la bollitura consuma energia e tempo, ed è improponibile per grandi volumi d’acqua.
5. Come ExtraH2O elimina il cloro
5.1 Il principio: destabilizzazione molecolare
ExtraH2O utilizza la tecnologia PEF (campi elettrici pulsati) per eliminare rapidamente il cloro dall’acqua. Il meccanismo è elegante nella sua semplicità.
Il cloro disciolto nell’acqua è presente sotto forma di molecole relativamente instabili. Il campo elettrico pulsato generato da ExtraH2O fornisce a queste molecole l’energia necessaria per “staccarsi” dall’acqua ed evaporare.
In pratica, ExtraH2O accelera enormemente il processo di evaporazione naturale. Quello che normalmente richiederebbe 24 ore avviene in pochi minuti, direttamente mentre l’acqua passa attraverso il sistema.
5.2 I vantaggi rispetto ad altri metodi
A differenza dei filtri, ExtraH2O:
- Non ha parti consumabili da sostituire frequentemente
- Tratta tutta l’acqua dell’impianto, non solo un rubinetto
- Non richiede manutenzione periodica
- Non rischia di diventare un ricettacolo di batteri
A differenza della bollitura:
- Funziona automaticamente, senza intervento
- Non richiede tempo di attesa
- Non consuma energia per scaldare l’acqua
- Tratta l’acqua in tempo reale, alla richiesta
5.3 Un effetto collaterale positivo
Eliminando il cloro prima che l’acqua venga riscaldata (nella caldaia, nella doccia, nella lavastoviglie), ExtraH2O riduce anche la formazione di nuovi trialometani all’interno dell’impianto domestico.
Ricordiamo che i trialometani si formano quando cloro e materia organica reagiscono, e che temperature elevate accelerano questa reazione. Eliminando il cloro a monte, si interrompe il processo alla radice.
6. I benefici pratici dell’acqua senza cloro
6.1 In cucina
L’eliminazione del cloro ha effetti immediati sulla qualità dell’acqua per uso alimentare:
- Acqua dal gusto neutro e gradevole, come quella in bottiglia
- Tè e caffè con aroma pieno, senza retrogusti
- Cottura dei cibi senza alterazioni di sapore
- Ghiaccio senza odore di cloro
Molte persone che passano ad acqua trattata con ExtraH2O riferiscono di aver smesso di comprare acqua in bottiglia, con un risparmio economico e una riduzione dei rifiuti plastici.
6.2 In bagno
La doccia e il bagno diventano più piacevoli e meno aggressivi per pelle e capelli:
- Pelle meno secca dopo la doccia
- Capelli più morbidi e lucenti
- Minore irritazione per pelli sensibili
- Niente odore di cloro nel bagno
Chi soffre di problemi dermatologici come eczema o psoriasi spesso nota un miglioramento significativo eliminando il cloro dall’acqua della doccia.
6.3 Per gli elettrodomestici
Senza cloro, le guarnizioni e i componenti in gomma degli elettrodomestici durano più a lungo. Lavatrici, lavastoviglie, macchine del caffè e altri apparecchi beneficiano di un’acqua meno aggressiva.
Questo si traduce in minori costi di manutenzione e sostituzione nel lungo periodo.
7. Domande frequenti sul cloro
Se elimino il cloro, l’acqua diventa meno sicura?
No, perché ExtraH2O non si limita a eliminare il cloro: grazie all’elettroporazione, elimina anche batteri e microrganismi. L’acqua resta sicura, anzi più sicura, perché la protezione è attiva e continua, non basata su un residuo chimico.
Il cloro nell’acqua è davvero pericoloso?
Il cloro alle concentrazioni presenti nell’acqua potabile non è pericoloso nel breve termine. I rischi sono legati all’esposizione prolungata nel tempo, soprattutto ai sottoprodotti come i trialometani. Eliminarlo è una scelta di benessere e prevenzione, non una necessità urgente.
Perché l’acquedotto non elimina il cloro prima di distribuire l’acqua?
Perché il cloro residuo è necessario durante il trasporto nelle tubature, che possono estendersi per chilometri e contenere piccole contaminazioni. Il cloro protegge l’acqua dal momento in cui lascia l’impianto fino a quando arriva al rubinetto. Eliminarlo prima renderebbe l’acqua vulnerabile durante il tragitto.
Quanto cloro c’è normalmente nell’acqua del rubinetto?
Le normative europee fissano un limite massimo di 0,2 mg/l di cloro residuo. In pratica, i valori sono spesso inferiori, ma sufficienti a essere percepiti come odore e sapore da molte persone. I livelli possono variare nel corso dell’anno e a seconda della distanza dall’impianto di potabilizzazione.
Punti chiave da ricordare
- Il cloro è essenziale per rendere sicura l’acqua durante il trasporto nell’acquedotto
- Una volta arrivato a casa, il cloro residuo non serve più e crea svantaggi
- I problemi principali: gusto sgradevole, effetti su pelle e capelli, aggressività su guarnizioni
- I trialometani sono sottoprodotti della clorazione classificati come possibili cancerogeni
- L’esposizione ai trialometani avviene anche durante la doccia, non solo bevendo
- ExtraH2O elimina il cloro in pochi minuti destabilizzando le molecole
